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Affermare: "Questo comportamento patologico deriva da quel trauma o da quell'altro", come siamo soliti fare, è identico a quanto gli imbrattatori della carta stampata quotidiana, operano quando urlano: "Scoperto l'antenato dell'uomo, scoperto il primo uccello". Sono queste affermazioni prive di verità scientifica. Possiamo dire è stato trovato lo scheletro antropomorfo che per caratteri sembra imparentarsi con quegli altri fossili posteriori oppure che un rettile vecchio di alcuni milioni di anni ha caratteri proto-uccelliformi, ma ogni altra affermazione è persa nel tempo profondo. è uno scacco inevitabile, il passato non è mai interamente ricostruibile, le parentele causalistiche sono morfologiche ma quanto alla loro sostanzialità nulla è dato di sapere.
Rimangono i due teschi di Jung, come quelli di Le Mustier, dell'Afar, della Rift Valley, o di Jawa, o di AtaPuerca, testimonianza non completamente ricostruibile all'interno di una trama esaustiva.
Freud aveva un progetto, un piano costruttivo, i suoi frammenti onirici si adattavano (alle volte per forza) su un disegno a priori. Fu questa una conseguenza di un paradigma ebraico cui, per quanto ateo, Freud non riuscì a sfuggire poiché era sostanzialmente impregnato dalla certezza di un ordine tetragrammico prefissato.
Jung, già proiettato nel ventesimo secolo, e soprattutto noi naufraghi del terzo millennio, privi di ogni modello prefissato da un dio, siamo costretti a montare parti di sogno, non perché congrue a un disegno finale ma semplicemente per assonanze e possibilità fattuali momentanee che aprano all'opportunità ortoprassica.
Nella mitologia algonchina la scomparsa del grande spirito lascia solo il coyote a vagare nella prateria, pronto ad addentare ogni cosa, umiliato dalla sua fragilità, orgoglioso della sua autonomia. Similmente la nostra posizione di "bricconi" ob torto collo, ci induce ad una prassi autonoma non più legata ad un dogma rivelato ma ad una necessità interna al prodotto psichico fornitoci nella nostra indagine psicodinamica. Ingaggiamo un gioco con la morte in cui la scaltrezza pare essere la virtù indispensabile come il cavaliere del Settimo Sigillo di Ingmar Bergman: "Questa è la mia mano, posso muoverla, e in essa pulsa il mio sangue. Il sole compie ancora il suo alto arco nel cielo. E io... Io, Antonius Block, gioco a scacchi con la Morte."

Enrico Borla, Ennio Foppiani. Bricolage per un naufragio – Alla deriva nella notte del mondo.
In stampa, Moretti & Vitali, per gentile concessione degli autori.
l' EDITORIALE


di Irene Battaglini

Anno XX. Numero 4.

Quattro le rubriche: Editoriale, Eventi, Interventi, Memorie.

Quattro gli elementi per l'Editoriale.
Quattro gli articoli a costituire Le Memorie.
Altri quattro a formare il corpo della rivista, con gli Interventi.
Quattro le evidenze per la rubrica dedicata agli Eventi.

Il quattro. Una ricorrenza causale o casuale? Non è dato saperlo. Poiché la struttura tetragrammica è preordinata, è costitutiva della psiche (basti pensare alle funzioni e ai tipi psicologici in Jung, ma anche ai punti cardinali, alla necessità di "orientarci" attraverso una mappa che sia riconducibile a coordinate bipolari essenziali), la casualità e la causalità non possono essere discriminate con certezza.

Abbiamo pensato alla Rivista come a qualche cosa di vivo, di mutevole. Come tutti i sistemi aperti, è frutto di incroci e di coincidenze anche fortunate, e al tempo stesso è funzione di un pensare progettuale.

Non è casuale aver scomodato Jung e la simbologia legata al numero quattro e ai suoi multipli: le implicazioni sulla quaternità fanno venire in mente il compimento di un processo individuativo, una sorta di final destination, che ci porta direttamente al porto di sbarco con la declinazione di una identità complessa, che si arricchisce di integrazioni, che si stabilizza intorno ad un doppio asse ma che si esprime attraverso molteplici linguaggi e percepisce il mondo attraverso molti punti sensibili, amplificati dalla rete e dalle protesi informatiche. Un carrefour editoriale che merita un tentativo di esplorazione.

Esploriamo il contenuto di questo numero aiutandoci con la bussola dei riferimenti quadripartiti. La rivista sbarca sul molo della serena programmazione editoriale, dopo anni di burrascose interruzioni e temerarie uscite.

Partiamo dall'Editoriale e dai suoi quattro elementi costitutivi. La nuova veste grafica di copertina, il motto, il progetto editoriale per il 2009, il sommario alla pagina web http://www.ifefromm.it/rivista.php.

Ed è proprio l'Editoriale, il luogo di transito nell'oggi, il qui ed ora della nostra Rivista, Psicoanalisi Neofreudiana. Queste pagine si aprono con uno stralcio di "Bricolage per un Naufragio", tratto dal terzo capitolo di un saggio-romanzo di Enrico Borla ed Ennio Foppiani, che uscirà nei primi mesi del 2009 per Moretti&Vitali. Ed è proprio dal lavoro instancabile di Borla e Foppiani, due figure significative per il nostro gruppo, che abbiamo l'opportunità di mutuare il motto "Concordia Ecclesiae Compositae" che da oltre quindici anni caratterizza il C.S.P.T. (Centro Studi Psicodinamiche Torino) e la Rivista Radure, fondata e diretta dal C.S.P.T.

Il motto è un'idea forgiata sulla scorta del pensiero di Gioacchino da Fiore (1130-1202), ed è un icona rappresentativa della "contaminazione", di rispetto per le strutture, le radici, la storia, e di integrazione e desiderio per il nuovo, anche e soprattutto nel campo del sapere psicologico: ci muoviamo in un universo liquido e complesso, composto da campi di significato mai troppo sicuri, in cui la contaminazione è il luogo di crescita per eccellenza. Non è quindi un caso se in qualche modo vada costruendosi, attraverso la Rivista, una storia dalla duplice appartenenza, sia per le persone, sia per i progetti.

Molti i progetti in corso di implementazione nel 2009, per i quali la Rivista si può fare luogo di risonanza (entro il 2010, la rivista dovrà essere corredata anche dalla traduzione in inglese, per lo meno delle parti più salienti o degli abstract degli articoli: questa valorizzazione è condizione essenziale per l'indicizzazione nelle banche dati internazionali).

Nel 2009 ci si prefigge di far uscire quattro numeri: tre quadrimestrali, come da canone, ed un numero straordinario. Il primo numero del 2009, in preparazione, esce in febbraio e si sviluppa intorno al tema della Psicologia dell'Arte. L'articolo di Ezio Benelli, "Gli irraggiunti. Un ritratto di Günter Ammon", il quarto della rubrica Interventi di questo numero 4-2008, ne vuole rappresentare l'atto di apertura.

Il secondo numero del 2009 di Psicoanalisi Neofreudiana, in uscita entro l'estate, andrà a sviluppare il tema della Base Sicura, ed è correlato all'iniziativa della Biennale di Psicologia dell'Arco di Vita attuata in collaborazione con il Comune di Calenzano: andrà a raccogliere i contributi e gli sviluppi dell'iniziativa inaugurata il 22 novembre 2008 (www.ifefromm.it/biennale/).

Il terzo numero e il quarto, straordinario, si occuperanno di due importanti convegni in palinsesto nella seconda metà dell'anno.

Ma addentriamoci nelle Memorie.

L'inserimento di questa rubrica ha comportato un grosso sforzo per la Rivista, anche in termini di autorizzazioni e editing; siamo molto soddisfatti di poter offrire al lettore una rassegna che valorizzi il pensiero di autori che, nel corso degli anni, hanno speso energie in riflessioni così "attuali" da meritare di essere ancora elaborate. Magari alla luce delle nuove acquisizioni, è possibile rivisitare quelle intuizioni, rendendole più fruibili, e far fruttare nuove idee e riflessioni. Autori come Maria Orwid, Piotr Drozdowski, Maria Ammon, Graziella Magherini, Enzo Spaltro, Alida Cresti, Paolo Michele Erede, per citarne solo alcuni, hanno prodotto in occasioni specifiche contributi significativi. Ci ripromettiamo anche di inserire, ove possibile, immagini e fotografie di occasioni correlate, bozze e quaderni di ricordi, perché non vada perduto il lavoro di anni di professionisti di rango.

Inoltre, la rubrica Le Memorie si offre quale spazio interlocutorio per ospitare gli appunti di viaggio e i resoconti di altri gruppi di lavoro, in linea sempre con la nostra identità interdisciplinare e soprattutto aperta all'Altro.

In questo numero, è stata inserita una selezione prestigiosa. Si tratta di quattro relazioni relative al Simposio "Erich Fromm International Symposium", Dalla necrofilia alla biofilia (Linee per una Psicoanalisi Umanistica), tenutosi a Firenze in Palazzo Vecchio, il 14, 15 e 16 novembre del 1986. Di seguito i titoli delle relazioni e gli autori:
"Grandezza e limiti del pensiero di Freud", di Graziella Magherini.
"Psicoanalisi, libertà e ruolo terapeutico", di Paolo Michele Erede.
"Cappuccetto rosso ed Erich Fromm: il linguaggio ritrovato" , di Alida Cresti.
"Avere ed essere il lavoro: la doppia contraddizione della libertà", di Enzo Spaltro.

E ora il cuore della Rivista, la rubrica degli Interventi, che annovera quattro articoli attualissimi, di autori che nel 2008 hanno proposto i loro lavori:
"The mental health and welfare system and its related laws in Japan" – di Mizuno Masafumi, Murakami Masaaki, Antonio A. Rizzoli.
"Soggettività intrinseca in Searle", di Sergio Santarnecchi.
"L'interpretazione frommiana del sogno", di Lina Isardi.
"Gli irraggiunti. Un ritratto di Günter Ammon", di Ezio Benelli.

Ci limitiamo ad osservare che si tratta di articoli molto diversi tra loro, ciascuno con una funzione specifica, e rimandiamo al lettore gli approfondimenti, con la speranza che sia benevolo nel giudizio ma al tempo stesso impietoso nel comunicarci il suo parere: solo attraverso la critica possiamo crescere e migliorarci. Mizuno Masafumi è Presidente Onorario della Fromm. L'articolo di Benelli apre al successivo numero di Psicoanalisi Neofreudiana, mentre gli articoli di Isardi e Santarnecchi ci conducono nel campo della soggettività partendo da vertici assai diversi di osservazione.

Negli Eventi, troviamo quattro "date" a calendario: una passata e tre in rapida successione nel prossimo futuro, per le quali vi rimandiamo ai relativi file inseriti in Sommario per i dettagli.

Segnaliamo in particolare il resoconto di Paolo Cardoso, Direttore della International Foundation Erich Fromm, della conferenza tenutasi il 17 Ottobre 2008 presso la sede del Quartiere 2 del Comune di Firenze: "Salute, un nuovo punto di vista: verso il lavoro integrato".

Il secondo evento, del 17 gennaio 2009, è un convegno sulle Botteghe dell'Arte in Firenze: "Opera in Stationes – connessioni tra splendori passati e progetti postglobalizzazione". Il risvolto psicologico interessante è dato dalla Bottega dell'Arte del Cinquecento, quale luogo di costruzione di relazioni, di professionalità ad alto contenuto: ed è per questo che ci proponiamo di sostenere il progetto dello scultore Butini per un modello nuovo di scuola d'arte, che risponda alle esigenze di una contemporaneità senza perdere i riferimenti forniti dal passato glorioso di Fiorenza, libero dagli asservimenti accademici ma legato alla necessità di "virtute e canoscenza".

Il 13 e 14 marzo, la Fromm è presente con due interventi al Convegno di Fiesole "Curare gli Adolescenti", - il cui coordinatore scientifico è il pediatra prof. Fabio Franchini dell'Università degli Studi di Firenze -, oltreché fornendo il patrocinio. Segnaliamo il 13 marzo l'intervento della prof. Graziella Magherini. Il dottor Benelli porterà un intervento dal titolo "Il limbo imperfetto. Adolescenti tra inferno di solitudine e paradiso di indulgenza".

Di rilevanza internazionale, da primo al 4 aprile, il Congresso, a Firenze, della World Psychiatric Association, al quale la nostra rivista partecipa con giornalisti inviati ad hoc per fornire ai lettori gli adeguati resoconti.

Buona lettura.

Irene Battaglini



Irene Battaglini è editor per la Rivista Psicoanalisi Neofreudiana
e segretaria di International Foundation Erich Fromm
Via Filippo Strozzi, 97
59100 Prato - segretario@ifefromm.it
0574 606044

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