La vita ed il pensiero di Erich Fromm


Erich Fromm
(Francoforte sul Meno, 23 marzo 1900 - Locarno, 18 marzo 1980)

Individuo e società

Lo studio del carattere di Fromm riconosce il merito a Freud di essere stato colui che è riuscito a dare al carattere stesso un fondamento scientifico. Fromm nell'enunciare la propria teoria del carattere ne evidenzia l'aspetto relativo al condizionamento reciproco che si realizza tra individuo e società. Qui differenzia tra temperamento, carattere e personalità per definire gli aspetti concreti dell'uomo.

1. Il temperamento è l'insieme di qualità psichiche ereditarie, fattori costituzionali che si esprimono nella reazione dell'individuo.
2. Il carattere è l'insieme delle qualità acquisite dell'individuo. Infatti esso è formato attraverso l'esperienza.
3. Carattere e temperamento costituiscono la personalità data dalla somma di qualità costituzionali e acquisite.

Inoltre richiamandosi ad Ippocrate distingue 4 temperamenti nell'uomo sottolineando la relazione tra temperamento e soma:

1. Collerico
2. Sanguigno
3. Melanconico
4. Flemmatico

Per Fromm il carattere costituisce quella dimensione che da l'impronta alle azioni individuali.
Da qui si delinea un passaggio che dall'indagine caratterologica penetra in quella psicologica; infatti si evidenzia come Jung sia stato male interpretato nella sua distinzione tra temperamento estroverso e introverso ed evidenzia come questo errore possa essere ovviato. Le due personalità non devono essere viste in termini dicotomici, ma la personalità costituisce l'insieme delle qualità innate e acquisite che fanno dell'individuo un'entità unica. Gli uomini sono uguali ma diversi, proprio per il loro modo unico con cui ciascun individuo sceglie di esistere.

Per Fromm sia il processo di assimilazione che quello di socializzazione concorrono alla formazione del carattere infatti definisce l'"agenzia psicologica della società" la famiglia.

Il carattere è determinato dall'incessante energia umana canalizzata nel processo di assimilazione e socializzazione che si esprime nell'orientamento del carattere. Questo orientamento si caratterizza in due modi: produttivo e non produttivo.

Il primo si ritrova in coloro che tendono a realizzare tutto le loro facoltà del proprio essere partecipando in modo produttivo e costruttivo alla vita sociale, mentre il secondo in coloro che non riescono a realizzare la pienezza del proprio Io.

Gli individui così formati, portatori di un carattere sociale, strutturato da stabili passioni e velato da ideologie, riproporranno, perpetuandole, le esigenze di funzionamento della società. Essi ottengono ciò di cui abbisognano attraverso il "processo di assimilazione" e si rapportano gli uni agli altri nel "processo di socializzazione".Il carattere sociale non può rendere uguali tra loro i caratteri individuali sui quali agisce, poiché questi risentono della personalità dei genitori, del particolare clima familiare, e reagiscono secondo la soggettiva costituzione, il temperamento, che fa sì che un ambiente non sia mai lo stesso per due persone diverse, in quanto viene sperimentato diversamente.

Il modo in cui la persona assimila quanto gli occorre per vivere dà luogo all'orientamento di carattere (produttivo oppure non produttivo).

Nell'evidenziare gli aspetti negativi dell'orientamento non produttivo Fromm evidenzia i vari tipi caratteriali:

1. Ricettivo: mancanza di spirito di iniziativa e dipendono per questo dal mondo esterno (tendenza all'ottimismo e alla confidenza).
2. Sfruttatore: anche qui dipendenza dal mondo esterno con atteggiamento finalizzato ad ottenere le cose attraverso l'astuzia e la forza (tendenza al sospetto e cinismo).
3. Accumulativo: mancanza di fede nel mondo esterno, ripiegato su sé stesso mette un muro fra se e il mondo, il su senso di giustizia si esprime con la frase "ciò che è mio è mio ciò che è tuo è tuo". L'avaro è l'esempio caratteriale di questo atteggiamento immutabile.
4. Mercantile: espressione tipica dell'età contemporanea, questo carattere è il più malleabile e disposto ai mutamenti in quanto basa il proprio successo sulla capacità di mutamento. Io sono come voi mi desiderate.

Freud ha dedicato tutte le sue energie all'individuazione della realtà del carattere nevrotico e non è andato oltre la descrizione scientifica, mentre Fromm descrivendo l'orientamento produttivo ha cercato di far comprendere l'uomo nella sua complessità sia in termini di natura che di forze latenti. L'orientamento produttivo sarebbe quindi una disposizione mentale, emozionale, sensoriale, aperta ad un rapporto verso gli altri. Quando asserisce che l'uomo deve essere produttivo egli sottende la capacità dell'uomo di realizzarsi attraverso il dispiegamento dell'Io (usare i propri poteri e energie comprese quelle latenti) e quindi è libero e non costretto e assoggettato. L'uomo è guidato dalla ragione in questo, in quanto conosce la loro intima essenza e sa come usare queste forze e il loro scopo.

Fromm evidenzia l'importanza di effettuare un'analisi dettagliata del carattere sociale che caratterizza una determinata società se vogliamo capire le condizioni economiche geografiche storiche genetiche che portano alla formazione di diversi tipi di carattere sociale. Potremmo così cogliere le differenze che ci sono tra una struttura ed un'altra e "il significato che l'evoluzione culturale ha nella formazione del carattere." (op. cit. p. 96) quindi le differenze culturali in termini di carattere sociale sono il prodotto di differenze in quelle realtà ambientali e nei fattori genetici che sono alla base dell'evoluzione umana. Inoltre la famiglia diventa quell'agente psichico che esercita la sua funzione educativa in quanto prepara l'individuo a operare nel ruolo che in seguito dovrà svolgere nella società modellando il suo carattere affinché si avvicini al carattere sociale e i suoi desideri coincidano con la necessità del suo ruolo sociale (op. cit. p. 97). Quindi il processo educativo come fonte di modellamento alla formazione di svariati caratteri sociali. Il rapporto che si crea tra l'individuo e la realtà sociale e dunque mediato dalla famiglia come agente che forgia in quella determinata struttura. Ma la trasformazione dei sistemi economici procura una discrepanza tra ciò che l'uomo è diventato e ciò che invece la società chiede quando si verificano queste evoluzioni. Da qui l'intollerabilità. C'è un nucleo essenziale della personalità che non può essere modificato fino in fondo da queste imposizioni esteriori e l'uomo arrivato ad un certo punto si libera da esse per cercare di realizzare tutte quelle tendenze e bisogni di cui necessità e che la società non considera. "Di fronte al problema fondamentale della libertà come esigenza dello sviluppo dell'uomo totale le rivendicazioni economiche acquistano un significato marginale; e solo osservando l'intima e inalienabile struttura dell'individuo potremo comprendere la sua storia e dare una spiegazione veramente inequivocabile e certa agli avvenimenti che, nel corso dei millenni, hanno contrassegnato l'emergere dell'individuo. E quando a causa di una violazione di un'esigenza fondamentale della natura umana il mutamento non è possibile, il risultato sarà che una società crollerà poiché manca in essa il suo contenuto vitale" (op. cit. p. 103).

Fromm dopo aver tracciato il quadro psicodinamico dei primi quattro tipi di carattere prosegue poi e descrive nelle sue ultime opere non quattro bensì cinque orientamenti di carattere non produttivo: ricettivo, sfruttatore, accumulante, mercantile, necrofilo.